Articoli su Giovanni Papini

1915


Francesco Meriano

rec. Giovanni Papini, Maschilità

Pubblicato in:: La Diana, anno I, n. 10, pp. 182 – 183
(182-183)
Data: 30 luglio 1915



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Sono anche queste pagine di poesia. Ma dopo le Cento pagine guastano. Si fanno giustificare in virtù delle liriche della Voce. In queste liriche Papini è finalmente tutto lui e solo lui, in tutta la sua grandezza ed immensità. L'ottava poesia è un prodigio: ilmiracolo dell'uomo dio e deldio uomo è tutto lì, come non troviamo nell'egoarchia panica del verboso D'Annunzio. Il ritorno, che riempie tante pagine dell'uomo finito (e son forse le più belle) è qui tutto in una strofa:

Ma quando, al fluire del giorno
ritrovo, stracco e freddo, la fossa della strada
nella mezzombra lilla del ritorno
sono il povero triste che nessuno bada.


Questo stato d'animo s'irradia d'apoteosi nella terza poesia.

Io, tutto vinto da stanco ardore,
bacio con gli occhi l'universo
solo, in ascolto, si paga d'amore
il solitario da tutti diverso.


Il solitario da tutti diverso è anche qui, in Maschilità: però, quando si duole e si ribella, piange e sghignazza, piace, seduce, vince; mentre in questo atteggiamento aggressivo, in questo sfacciato diritto alla discussione, in questa superbia teorizzata, urta ed irrita. Ci vuole troppo coraggio e soprattutto troppa fedeltàper riconoscere sempre Papini. Allora, questa purezza che si esaspera nella bestemmia, questa delusione che si affina nello scetticismo, questa perpetua tragedia


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dell'ingannato e del rifiutato che nega disconosce e maledice, la ritroviamo in tutto Papini. Ma ci vuole dedizione completa, sicurezza totale che Papini non sarà mai, nemmeno nel suo ultimo istante della sua vita, un uomo finito, ma sempre un boite à surprise. Sentite che verginità e che ampiezza serena! È lirica di ieri:

Per quanto era largo il mondo d'intorno
fiatava per l'aria odore d'amore:
noi, quasi amanti del primo giorno,
si sentiva alle gote un bruciore.


Questa calma divina e questa sensibiltà profumata (la poesia nell'aspetto statico e in quello dinamico) non la trovo che in Dante e Leopardi.
   Papini, che cambia destino ogni giorno, lascia tesori dovunque.
   Ho detto che molte cose di Maschilità non mi piacciono. La colpa è mia certamente.


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